11 fasi e tanta manualità…
Bentornati amici sul blog Ceramica Massimino,
oggi voglio descrivervi come nasce un piatto in ceramica, un’oggetto della vita di tutti i giorni di cui, spesso, non riusciamo a quantificare il vero valore.
Sono sicura che molti pensano che sia un oggetto semplice da realizzare, data la sua forma lineare, ma in realtà il processo di produzione è articolato e laborioso, richiede precisione e numerose manipolazioni.
Partiamo dalla materia prima, la ben nota argilla.
In commercio sono disponibili differenti varianti che si diversificano per il tipo di minerali contenuti, che conferiscono una differente colorazione e diverse caratteristiche alla materia prima.
Il panetto di 25 kg, viene suddiviso in tanti pezzi di circa 800 g, utilizzati per la realizzazione del piatto mediante un macchinario chiamato “pressa”. Quest’apparecchio è normalmente adoperato per la creazione di diversi altri oggetti come bicchieri, tazze e ciotole e per ognuno di essi è necessario uno stampo ad hoc.
Ogni panetto viene privato dell’aria con un apposito macchinario, evitando la formazione di bolle nel prodotto finito e successivamente usato per la stampa.
La pressa utilizzata nel Nostro laboratorio richiede la presenza continua di un addetto per permetterne il funzionamento, che si occupa di posizionare il panetto e rimuovere il prodotto appena realizzato. Quest’ultimo risulta particolarmente malleabile e quindi facilmente deformabile, pertanto richiede massima cautela durante la manipolazione per evitare che si deformi irreversibilmente.
Superata la prima fase, il piatto viene lasciato ad essiccare per circa 24 ore ed in seguito rifinito manualmente, per rimuovere i residui di argilla lungo il bordo e sulla restante superficie e poi “spolverato” con una spugna impregnata di acqua.
Fatto ciò segue l’essiccazione vera e propria che impiega differenti giorni (circa 5-6) e permette la completa essiccazione dell’argilla, evidenziata dalla variazione del colore da grigio scuro a grigio chiaro.
Questa semplice successione di passaggi è fondamentale per rimuovere le imperfezioni ed evitare la comparsa di difetti nelle successive fasi.
La durata di questo step è direttamente proporzionale all’umidità dell’aria e alla dimensione del prodotto, per cui oggetti più grandi esposti ad un clima più umido richiedono tempi maggiori di essiccazione.
Il piatto completamente essiccato è pronto per la prima cottura che avviene a 960 °C per un tempo di 13 ore ed il risultato finale è il prodotto in terracotta, dal caratteristico colore rosso.
Per procedere alla decorazione è necessario eseguire la smaltatura. Questa fase, effettuata nel Nostro laboratorio sempre manualmente, avviene per immersione in apposite vasche. Questo passaggio è evidenziato dalla classica “colatura” spesso evidente sulle Nostre creazioni che testimoniano l’artigianalità dei manufatti.
Lo smalto è una soluzione di colore bianco (ma ne esistono diversi colori), composta da differenti minerali tra cui la silice, sostanza vetrosa che ad alte temperature fonde legandosi indissolubilmente al prodotto, conferendo ad esso resistenza e lucentezza.
Lo smalto utilizzato per le Nostre stoviglie è atossico e periodicamente sottoposto a controlli per garantire un prodotto finale sicuro e quindi adatto ad essere posto al contatto con gli alimenti.
Il piatto smaltato, viene successivamente decorato e cotto nuovamente a temperature che sfiorano i 900 °C per un tempo di 13 ore. I colori, sempre rigorosamente atossici, si presentano con tonalità estremamente differenti rispetto a ciò che siamo abituati a vedere e la maestria del decoratore influenza l’intensità della colorazione nel prodotto finito.
Una precisazione importante per quanto concerne la cottura, è che per un tempo di cottura di 13 ore, corrisponde a circa un uguale tempo di raffreddamento prima che la fornace possa essere aperta per ammirare la magia che il calore ha creato.
Tirando le somme, dunque, per un “semplice” piatto occorrono 11 manipolazioni e ben 13 giorni di lavorazione.
Tutto questo racconto, estremamente dettagliato serve a mostrare che la creazione di un piatto è tutt’altro che semplice, contrariamente alla sua forma.
Vi lascio con un breve video dimostrativo di quanto scritte in queste poche righe, sperando di non avervi annoiato e vi invito come sempre a lasciare un commento.
Un caro saluto ed al prossimo articolo!